Le mie ultime settimane sono state veramente frenetiche. Parlo per lo più della parte della mia “vita artistica”.
Ma partiamo con ordine. Nell’ultimo mese ho partecipato a tre eventi, molto diversi tra loro, ognuno dei quali mi è servito non solo ad ampliare le mie conoscenze personali ma anche a fare alcune riflessioni sul mondo dell’arte.
Pur parlando sempre di arte questa può essere vissuta e interpretata in tantissimi modi diversi, parlerei addirittura di infiniti modi, anche solo e semplicemente attraverso la “tipologia” di esposizione/evento con cui si ha a che fare.
Cercherò di spiegarmi meglio.
Come artista, ovviamente espongo sempre la MIA arte indipendentemente da dove, quando e con chi, senza farmi condizionare. Eppure una location, una situazione, un momento influenzano in modo chiaro la visione e l’interpretazione anche della stessa opera.
Il primo evento che mi ha visto coinvolto è stata la mostra “Segno, Forma e Colore” ospitata nell’affascinante cornice del Museo diocesano Francesco Gonzaga di Mantova. Qui le mie opere hanno trovato posto accanto alla creatività di artisti internazionali. L’evento è stato molto interessante anche perché mi ha dato modo di avvicinarmi, per la prima volta, ad una esposizione che definirei “istituzionale” vista la location. L’atmosfera, molto raccolta, ha dato veramente molto risalto alle opere. L’esperienze nel “museo” è stata a tratti trascendentale, grazie al silenzio, le luci e il grande rispetto del luogo. Sono riuscito ad isolarmi completamente dal resto del mondo per concentrare l’attenzione solo sulle opere esposte, vivendo una sorta di viaggio in solitaria.
Ps. Se capitate a Mantova vi consiglio vivamente di inserire nel vostro tour anche una visita a questo museo.
La seconda esposizione si è tenuta al BUNKER di Villa Caldogno a Vicenza. In questo caso la location è ricca di storia e dalle pareti trasudano (in senso letterale) emozioni e sensazioni forti. Le opere esposte in questa occasione dovevano rispettare un tema dettato da Vernice Art Prize: CAOS ITALIA. Politica, ambiente e società del “Bel Paese”.
Nonostante l’importanza storica della sede l’atmosfera era molto rilassata. Gli artisti molto diversi tra di loro, le opere spaziavano da quadri a installazioni. In questo contesto mi sono sentito molto a mio agio, l’esposizione mi ha coinvolto in modo più “leggero” ho respirato il senso di “conviviale” dell’arte.
Ultima in ordine di tempo ArtePadova. Qui ci vorrebbe un intero capitolo a parte ma cercherò di essere il più sintetico possibile. In questo caso parliamo di una manifestazione il cui fine è prettamente “commerciale”. Partendo da questo presupposto è ovvio che ognuno di noi vorrebbe vendere la propria arte. Personalmente faccio parte di quella schiera che vorrebbe vedere acquistata una sua opera sulla scia di un’emozione, di un sentimento. Passando un’intera giornata all’interno della fiera, mi è parso a tratti di vivere l’esperienza di un suk. Attenzione non voglio criticare le fiere anzi. Quello che ho capito da ArtePadova è che è fondamentale essere in uno stand ben presentato e fare affidamento a professionisti del settore. In questo contesto l’arte viene vissuta in modo più distaccato, freddo probabilmente tipico del mondo “business”.
Detto questo sono estremante soddisfatto di tutte le esperienze che nel bene o nel male mi hanno arricchito intellettualmente. Ora il prossimo impegno in calendario è il 28 novembre alla storica Libreria Bocca di Milano con la Mostra d’Arte itinerante: segnalibro d’Artista 2019!